La vittimologia mancata e l’amante segreto di Chiara: Bugalalla, Tosatto & Co. sbagliano tutto

 La vittimologia mancata e l’amante segreto di Chiara: Bugalalla, Tosatto & Co. sbagliano tutto 

A proposito della vittimologia mancata, sbagliano tutti gli ospiti di ieri, 13 novembre 2025, nel salotto di Bugalalla. Sbagliano in particolare Buga , Perri e Tosatto. Invertono il processo logico e ciò li porta in direzione sbagliata. Sbagliata, anche se volevano giungere consapevolmente a dire che Chiara Poggi poteva avere un amante e che questi potrebbe essere l’assassino. 

Vittimologia mancata, la cosa grave sta a monte

È giustissimo affermare che non aver investigato il contesto vittimologico del delitto è grave, come spiega anche Carmelo Lavorino. Ma è gravissimo per ciò che implica a priori, NON per le conseguenze prodotte a posteriori. La cosa grave sta a monte. Aver trascurato di analizzare la vita di Chiara è conseguenza di un fatto pessimo e ne rappresenta l’indicatore: la decisione aprioristica di applicare al caso Garlasco lo schema del femminicidio. 

Il femminicidio al posto della vittimologia specifica del caso

È online uno studio Istat del 2020 sui femminicidi. Vi si legge che a uccidere sono soprattutto i partner e soprattutto a martellate sulla nuca. Nella cultura dell’arma dei Carabinieri, questo dato era sicuramente già consolidato nel 2007 e gli inquirenti applicarono di piatto lo schema. I carabinieri decisero che fosse stato Stasi e, incoraggiati da un Tizzoni molto protettivo verso la famiglia della vittima, non indagarono su nient’altro. Questo è il vero danno dell’assenza di una vittimologia specifica del caso Garlasco, al cospetto di una vittima evidentemente priva di una doppia vita.  Se hai una doppia vita, non ti laurei in economia senza un giorno di ritardo, tanto più con tutto il tempo bruciato dal pendolarismo quotidiano Garlasco - Milano, tanto più con un menage familiare e con un fidanzato da coltivare… E nemmeno, in quelle condizioni, se hai una doppia vita, riesci a tenerti un lavoro a tempo pieno, con l’impegno di ben superare lo stage. 

Il sacrificio della vergine

In particolare, ieri Tosatto osservava che l’archetipo del sacrificio della vergine è diventato ormai un format e viene applicato dai media a tutti i casi di uccisione di donne giovani, lontane da contesti malavitosi e di degrado. Va replicato ad Andrea che l’argomento prova troppo. Altrimenti dovremmo valutare la ricorrenza dello schema non solo nei media, ma anche nella sostanza delle cose. Per esempio, secondo lo studioso di occultismo, Paolo Franceschetti, le brave ragazze ammazzate portano spesso il nome di “Chiara, Sara, Iara. Come “Iara”, non c’è infatti solo la Gambirasio, ma anche una vittima citata proprio ieri da Spoletti, nel salotto di Bugalalla. Secondo l’ipotesi Franceschetti, Chiara, Sara e Iara sarebbero state messe nel mirino anche grazie al proprio nome, perché esso contiene “ara”, “altare”, evocazione ritenuta benaugurante  dai cultori del sacrificio umano. 

Chiara non aveva un amante, ma non sarebbe stata meno una brava ragazza se ne avesse avuti

Cosa voglio dire? Se muore una ragazza, non solo lontana da malavita e degrado, ma anche priva dei guizzi di ribellione di una giovane Bugamelli, o di una giovane Stefania o Paola Cappa, per dire, o anche dei miei guizzi e guizzoni di gioventù…. Se muore una cosiddetta brava ragazza, l’interpretazione mediatica di queste figure è fatalmente quella dell’innocenza, della purezza… e secondo me i giornalisti non hanno colpa in ciò. Bugalalla deve far pace con qualcosa di irrisolto, in questa sua insistenza sul fatto che Chiara potesse avere un amante. Una giovane diversa da Chiara, non per questo è una cattiva ragazza, ma ciò resta vero anche se si dà per scontato che Chiara non potesse avere un amante. Nei miei ruggenti anni settanta, una come Chiara Poggi già mi sarebbe sembrata un reperto. 

Le donne non devono essere cattive con altre donne

Altra spia di elementi irrisolti di Bugalalla e Perri è l’intignarsi sulla colpevolezza delle Cappa. Ho la sensazione che sia proprio il considerare riprovevoli alcune connotazioni temperamentali (rampantisimo, narcisismo, egocentrismo vere costanti della professione giornalistica) a condurle a credere e volere che le Cappa siano colpevoli, come per esternalizzare e attribuire a qualcuno diverso da sé stesse quella che, forse non consciamente, viene vissuta come una propria colpa. Francesca e Albina, perdonatevi! :-) E perdonate anche le Cappa. Erano ragazzine, magari un po’ stordite. :-) Aveva ragione Bollea, il padre della neurologia infantile, una volta che gli parlai: spesso le donne sono cattive con le donne. 

La mancata vittimologia è segno di trascuratezza e pigrizia verso le vittime estranee al mondo del crimine

Per concludere, uno che conosca un minimo la vita lo capisce che Chiara Poggi era tetragona e retrograda come la madre. PUNTO. Dunque dove risiede la gravità nella vittimologia mancata? Risiede nella trascuratezza e pigrizia degli inquirenti verso le vittime estranee al mondo del crimine. Se ti ritrovi morto in fondo a una scala, col cervello sparato nella mandibola, a meno che tu non sia un criminale o imparentato con criminali, non accedi al diritto di una vera indagine. Se sei una signorina Rossi qualsiasi e ti ammazzano perché volevano che tu rivelassi una password bancaria… i carabinieri non solo mandano libero l’assassino, ma ti carcerano il fidanzato e buttano la chiave!!! 


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